Nell’antico regno di Ifẹ, dove le storie si intrecciano con il vento e i colori danzano sulla pelle della terra, nacque un capolavoro che sfugge alla banalità del tempo. “Il Canto di Ifẹ”, opera attribuita a VICTOR ADEYEFA, scultore del III secolo d.C., rappresenta una potente ode alla vita in tutte le sue sfaccettature, dalla fragilità della nascita alla maestosità della vecchiaia.
Questa scultura monumentale, realizzata in terracotta cotta e adornata con motivi geometrici incisi con precisione chirurgica, raffigura un ciclo di vita interconnesso. Il punto focale è una figura femminile imponente, simbolo di fertilità e abbondanza, che tiene tra le braccia un neonato appena nato.
La madre, avvolta in vesti fluenti che ricordano il movimento delle onde, ha lo sguardo rivolto verso l’alto con una espressione serena e gioiosa. La sua postura, eretta ma rilassata, trasmette una profonda connessione con la terra e con gli spiriti ancestrali.
A fianco alla madre si trova un uomo anziano, segnato dal tempo ma ancora forte, che rappresenta la saggezza accumulata nel corso degli anni. Il suo sguardo è rivolto verso il bambino, come se stesse condividendo una preziosa eredità di conoscenze e tradizioni.
Intorno a questa figura centrale si trovano altre sculture più piccole: bambini che giocano, anziani che dialogano, guerrieri coraggiosi e cacciatori abili. Tutti questi personaggi, scolpiti con cura e attenzione ai dettagli, contribuiscono a creare un dipinto vibrante della vita nella società Yoruba di quell’epoca.
Victor Adeyefa non si limita a ritrarre la realtà tangibile, ma esplora anche le dimensioni spirituali dell’esistenza umana. I motivi geometrici incisi sulla terracotta, ispirati alle cosmologie Yoruba, suggeriscono una connessione profonda con il mondo divino e con i cicli naturali.
Simbolismo e Interpretazione
“Il Canto di Ifẹ” è ricco di simbolismi che invitano a profonde riflessioni:
Simbolo | Significato |
---|---|
La madre che allatta | Fertilità,Abundanza, Amore materno |
L’uomo anziano | Saggezza, Esperienza, Trasmissione del sapere |
I motivi geometrici | Cosmologia Yoruba, Connessione con il divino |
La scultura suggerisce un’idea di unità e interdipendenza tra tutte le fasi della vita. La nascita, la crescita, la maturità e la vecchiaia sono viste come momenti complementari in un ciclo infinito, ciascuno con il proprio valore intrinseco.
Un capolavoro perduto?
Curiosamente, nonostante la sua importanza storica e artistica, “Il Canto di Ifẹ” è oggi considerato un’opera perduta. Nessuna fotografia o descrizione dettagliata della scultura sopravvive ai secoli, rendendola un oggetto di grande fascino per gli studiosi e appassionati d’arte.
Alcuni ipotizzano che l’opera possa essere stata distrutta durante le guerre civili che hanno sconvolto la regione nel corso dei secoli. Altri ancora credono che possa essere nascosta in qualche luogo segreto, custodita gelosamente da una famiglia o un clan.
La speranza di ritrovare “Il Canto di Ifẹ” rimane viva tra gli appassionati d’arte nigeriana. Se ritrovata, questa scultura potrebbe offrire uno sguardo senza precedenti sulla cultura Yoruba del III secolo, arricchendo la nostra conoscenza della storia e dell’arte africana.
Forse un giorno, questo capolavoro perduto riemergerà dalla polvere del tempo, cantando ancora una volta il suo inno alla vita in tutte le sue sfaccettature.